Il primo museo del Cucciolo
Ieri siamo andati al Castello di Rivoli a visitare il Museo di arte contemporanea: il primo museo del Cucciolo.
Fin da prima che nascesse, ci tenevo moltissimo a iniziare da subito a coinvolgerlo in attività culturali. Anni fa, facendo uno stage all’Associazione Abbonamento Musei di Torino, avevo infatti scoperto che i musei organizzano davvero tante attività dedicate ai più piccoli, interessanti e ben strutturate.
Ovviamente la pandemia ha modificato la vita di tutti portando, tra i mille disagi, anche la chiusura dei musei. La vita delle neomamme nei primi mesi dei bimbi è piuttosto complicata: bisogna prendere un ritmo che non è il proprio e che si modifica più spesso di quanto si pensi, quindi organizzare qualcosa di “extra” come la visita a un museo è di per sé piuttosto complicato. Tutto questo per dire che, tra una cosa e l’altra, il Cucciolo ha visitato il suo primo museo all’età di nove mesi.
La scelta del Museo
Mi sarebbe piaciuto poter dire: “Ah, ho proprio voglia di andare a vedere il MOMA di New York”, organizzare, partire e andare. Pandemia a parte, senza spingersi così lontano, sarei voluta andare al Museo del Paesaggio Sonoro a Riva Presso Chieri, luogo che amo tantissimo per via dei miei studi etnomusicologici. Con un bimbo così piccolo, tuttavia, i fattori che hanno determinato la mia scelta sono stati altri. La vicinanza in primo luogo: il Cucciolo non ama stare in macchina, si stufa e spesso si mette a piangere e strillare se il tragitto è troppo lungo. Mi serviva un luogo in cui potessi arrivare in un tempo ragionevole. Secondo elemento fondamentale, la comodità: ero convinta che fosse un “museo family and kids friendly”, quindi che avesse, banalmente, il fasciatoio in bagno. In realtà in un secondo momento ho scoperto che non è come pensavo; inoltre non ho avuto bisogno di cambiarlo, quindi su questo aspetto non saprei dare un consiglio…ci ritornerò! Ultimo, ma non meno importante, la collezione: ricordavo che il museo contenesse una collezione vasta, molto particolare (è arte contemporanea) e…colorata. Pensavo quindi che le opere potessero attirare anche l’attenzione di un bimbo molto piccolo.
La visita del Cucciolo
Appena entrati in sala il Cucciolo ha iniziato a fare grandi versi di stupore e apprezzamento e io ho pensato: “E’ fatta, gli piace!”. Poi, dopo pochi passi, si è seduto per terra e ha iniziato a giocare con una striscia rossa sul pavimento. A questo proposito, devo ammettere che i musei di arte contemporanea mi mettono un po’ in imbarazzo: non essendo esperta, non so mai bene quali siano le opere e quali le “utilities” come gli estintori…Per esempio, nella seconda stanza, ho guardato un leggio con sopra un cartello con una “X” come fosse un’opera, invece era un’indicazione di vietato accesso…a mia discolpa vorrei dire che nella stessa stanza c’era un altro leggio con una serie di fogli sopra per cui mi sono un po’ confusa…ma se il Cucciolo ha subito fissato la striscia rossa per terra, mi viene da dire: “Tale madre…”
Tolti questi piccoli fraintendimenti culturali, siamo riusciti a stare nel museo meno di un’ora. Abbiamo visitato solo parte della collezione permanente, poi il piccolo ha definitivamente esaurito la pazienza e siamo dovuti uscire.
In effetti le opere sono piuttosto complesse e non così colorate come me le ricordavo: per lui era molto difficile fissare l’attenzione sugli oggetti e a questo si univa la frustrazione di non poter toccare niente.
I pavimenti in marmo colorato invece sono stati la sua passione: le forme e i colori l’hanno conquistato e la possibilità di camminarci su e di toccarli gli ha dato la soddisfazione di cui aveva bisogno in quel momento.
Tra le opere invece, l’unica cosa che davvero gli è piaciuta sono state alcune maschere tribali appese al muro che ha voluto vedere più volte e che avrebbe voluto, naturalmente, toccare. Chissà…forse il nostro secondo museo sarà quello di Arte Orientale…
La visita della mamma
Dal mio punto di vista la visita è stata parecchio faticosa: il Cucciolo non ha voluto saperne neanche per un attimo di stare sul passeggino, quindi ho dovuto portarlo in braccio oppure farlo camminare, cosa che alla mia schiena piace sempre moltissimo. Fondamentale il supporto dei nonni per darmi il cambio e aiutarmi con borse, giacche, giochini, bicchiere e le mille cose che le mamme si portano dietro ogni volta che escono di casa.
Ovviamente non ho avuto la possibilità di leggere nulla, né i cartellini, né i pannelli esplicativi delle opere. Non ero lì per quello, ma mi ha fatto comunque pensare: forse se si volesse andare al museo per visitarlo come si deve converrebbe andarci senza le “piccole distrazioni”.
Questa volta quindi (a differenza di vedere l’opera lirica in streaming di cui parlo qui) l’esperienza culturale è stata dedicata al Cucciolo, anche se devo dire che respirare un po’ di arte, pur non essendo concentrata al 100%, fa sempre bene allo spirito.
Un punto di forza del museo è il personale nelle sale: gentilissimi, molto disponibili e comprensivi: per noi mamme questo è un altro elemento importante perché posso assicurare che i piccoli visitatori sono tutt’altro che silenziosi e composti e questo può generare (almeno, a me genera!) abbastanza imbarazzo.
L’asso nella manica: il passaporto culturale
Decidere di andare a visitare un museo per la prima volta, con un bimbo molto piccolo, può generare perplessità, soprattutto se si pensa al prezzo del biglietto e all’incognita del tempo che potremo passare all’interno prima che il piccolo si stufi.
Io avevo un grande asso nella manica: il passaporto culturale. Questo è un progetto di Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus avviato nel 2014 in collaborazione con l’Ospedale Sant’Anna. È un documento che permette ai bimbi da 0 a 1 anno e a due accompagnatori adulti di entrare nei musei gratuitamente tutti i giorni della settimana, a tutti gli orari, senza limitazioni.
È un’iniziativa bellissima che permette ai genitori di avvicinare i piccoli ai musei e alle loro ricchezze fin da subito e, a mio parere, dà una libertà di movimento davvero notevole. È brutto dirlo, ma l’aspetto economico spesso frena l’entusiasmo di fare nuove esperienze, soprattutto quando non si è convinti di poter usufruire appieno del servizio che ci interessa. Con il passaporto culturale questo problema viene meno e ci si sente liberi di sperimentare luoghi e contenuti diversi, fosse anche solo per dieci minuti.
Il passaporto si scarica gratuitamente da questo sito www.naticonlacultura.it e naturalmente consiglio a tutti coloro che hanno bimbi da 0 a 1 anno di farlo subito! A me dispiace molto di avere iniziato a utilizzarlo solo adesso perché ci rimangono poco più un paio di mesi a disposizione: se contiamo l’incognita delle eventuali ulteriori chiusure dei musei dovute alla pandemia, il tempo che rimane è davvero pochissimo!
Per concludere, direi che il Museo di arte contemporanea del Castello di Rivoli non è forse il museo più semplice da visitare se si hanno bimbi piccoli. Mi sento di consigliarlo a genitori “avventurosi”, magari appassionati ed esperti di arte contemporanea (non come me!).
Trovate l’elenco dei musei “family and kids friendly” qui.
Buone visite a tutti!
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